«La più bella del mondo». Parola di Enzo Ferrari. No, non parlava di una Rossa del cavallino rampante, bensì della Jaguar E-type che ha segnato – e cambiato – la storia delle auto sportive. La bellezza fatta a coupé spegnerà 60 candeline il mese prossimo.
Era il 16 marzo 1961, infatti, quando fu presentata per la prima volta al Salone di Ginevra. Fin da subito rapì lo sguardo dei presenti: le linee eleganti e insieme sportive la rendevano un’auto all’avanguardia per quegli anni. Con quel muso lungo, anzi lunghissimo che quasi fendeva la strada, fece breccia in tutti i cuori. Non solo bella, ma anche “economica”. Veniva proposta sul mercato a un costo decisamente più basso se paragonato alle sue dirette concorrenti: 4.350.000 lire a fronte delle 5.800.000 della Ferrari 250 Gt.
Dopo non molto tempo arrivò la versione cabrio della due posti: solo un romantico telo in tessuto proteggeva gli occupanti da sole e pioggia. La scintilla tra la bella della casa di Coventry e la clientela durò abbastanza da far raggiungere la quota record di 70mila vetture prodotte tra il 1961 e il 1974. Un’icona, insomma. Questo diventò nel giro di pochissimo tempo.
Simbolo della Swinging London, di quegli anni Sessanta londinesi che hanno rivoluzionato il mondo. Ed ecco allora che la si vedeva solcare le strade più «in» guidata da personaggi del calibro di Steve McQueen, Frank Sinatra, George Harrison e persino Brigitte Bardot. E con il bel McQueen la liason fu passionale e burrascosa proprio come una storia d’amore degna di un film: l’attore se ne innamorò perdutamente, la comprò, poi la rivendette ma se ne pentì quasi subito. La ricercò, la ritrovò e la riacquistò per poi non lasciarla mai più. Ecco cosa scatenava la bella E-type tra gli appassionati di motori, perché alla base del sentimento non vi era solo un’estetica pazzesca.
Sotto al lungo cofano si sono alternati vari propulsori dal 6 cilindri di 3,8 litri al V12 di 5,3 litri tutti pronti a regalare emozioni uniche. Già negli anni Sessanta infatti la E-type garantiva al guidatore più esperto e incallito i 230 chilometri orari. La due posti inglese non ha stregato solo attori e cantanti: nel 1961 nasceva la E-type e nel 1962 dalla penna di Angela e Luciana Giussani compariva lui, Diabolik. Da quel momento fu amore vero. In Italia infatti la coupé nera come la notte (Eva Kant invece ne possiede una versione bianca) è associata a uno dei fumetti più amati in assoluto. Fedele compagna di avventure, riesce sempre a tirarlo fuori dai guai. La classe infatti accomuna la sportiva di Jaguar e il ladro più glamour. D’altronde la didascalia sotto la prima apparizione ufficiale, nell’albo numero 2 del febbraio del 1963, della vettura recitava così: «Diabolik al volante della sua potente Jaguar lanciata a 200 km all’ora riesce a passare prima che la polizia chiuda tutte le strade».
Ma inizialmente la casa britannica non fu d’accordo e diffidò gli autori dal nominare la marca dell’auto perché temeva che l’associazione con un ladro non potesse che fare pubblicità negativa. Ma a dimostrazione che poi la storia va in una direzione che spesso non è quella che può sembrare all’inizio, nel libretto celebrativo che Jaguar fece stampare per celebrare i 50 anni della E-type, ecco comparire delle immagini tratte dal fumetto italiano. E la leggenda continua.