Nel 2050, nonostante il forte incremento delle vendite di modelli elettrici, plug-in e alimentati a idrogeno, due terzi della flotta automobilistica globale continuerà a muoversi con motori benzina e diesel.
A fare questa affermazione è Daniel Yergin vicepresidente dell’autorevole società di ricerche di mercato IHS Markit nel suo libro “The New Map: Energy, Climate and the Clash of Nations” vincitore del Premio Pulitzer.
«Anche se i veicoli elettrici potranno arrivare fino all’80% delle vendite nel 2050 – si legge nel lavoro di Yergin – la strada prima che la benzina perda la posizione di carburante predominante nei trasporti è ancora molto lunga».
IHS Markit prevede che i veicoli elettrici, includendo in questa categoria quelli mossi esclusivamente da batteria, gli ibridi plug-in e quelli elettrici a celle a combustibile rappresenteranno il 60-80% di tutte le immatricolazioni di auto nuove nel 2050.
Questa maggiore quota di mercato (oggi vale il 2,2% delle vendite di auto nuove secondo i dati IHS Markit) sarà guidata da una produzione su scala ancora maggiore, nonché dal continuo miglioramento delle batterie. A questo riguardo IHS Markit ora prevede che il costo medio delle celle agli ioni di litio scenderà al di sotto di 100 dollari per kWh entro il 2023.
Tuttavia, i veicoli a benzina rappresenteranno ancora i due terzi degli 1,9 miliardi di auto in circolazione nel mondo al traguardo del 2050 a causa del tempo necessario per il rinnovo della flotta.
«Almeno per ora – osserva Yergin in The New Map – la domanda di veicoli elettrici non proviene dai consumatori, ma dai Governi le cui politiche evolvono perché modellate dalle preoccupazioni climatiche, dall’inquinamento urbano e dalla congestione del traffico congestione».
Nel nostro continente il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Ue per la riduzione delle emissioni «potrebbe costare alle case automobilistiche europee fino a 40 miliardi di dollari di multe» nei prossimi 5 anni, aggiunge Yergin. «Questo è un segnale forte che proviene dalla regolamentazione piuttosto che dalla domanda dei consumatori».
I modelli elettrici comportano anche una serie di sfide, in particolare nella catena di approvvigionamento di alcuni materiali per batterie. La domanda di litio da parte dei veicoli elettrici potrebbe aumentare del 1.800% entro il 2030 e rappresenterebbe circa l’85% della domanda mondiale totale. La domanda di cobalto, un altro elemento essenziale nelle batterie, potrebbe aumentare del 1.400%. E più del 50% della fornitura globale di cobalto proviene da un unico luogo: la Repubblica Democratica del Congo.
Yergin prevede l’emergere di quella che definisce una “Nuova Triade” cioè la convergenza delle auto elettriche con i servizi di ride-hailing e car-sharing e con quelli che utilizzano i veicoli a guida autonoma. Questo fattore potrebbe interrompere il dominio secolare del petrolio nei trasporti e – secondo vicepresidente di IHS Markit – darebbe invece origine a una nuova industria da trilioni di dollari, che può essere definita Auto-Tech.
«Il mondo delle auto e dei fornitori di carburante è diventato l’arena per un nuovo tipo di concorrenza – precisa Yergin – in quanto non si tratta più solo di vendere auto ai consumatori per uso personale. Non più solo Case automobilistiche contro altre Case automobilistiche, non più marche di benzina contro altre marche di benzina. Lo scenario è diventato multidimensionale: auto a benzina contro auto elettriche, auto di proprietà personale contro servizi di mobilità. E auto guidate dalle persone contro auto robot senza conducente».
E conclude affermando che «a questo punto, non esiste però ancora un punto di svolta globale in cui i vantaggi della nuova tecnologia e dei modelli di business si dimostrino così schiaccianti da cancellare il modello costituto dall’auto personale che si muove grazie a petrolio».